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Io non ho pace

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Drammaturgia:
Barbara Bracci

Progettazione video / motion graphics: Leonardo Giuli

Ufficio Stampa:
Ippolita Aprile

Musiche:
Francesco Federici e
Francesca Lisetto

Regia:
Roberto Biselli

Voce:
Francesca Lisetto 

Grafica:
Andrea Marchi

Sound Designer:
Francesco Federici

Attori:
Roberto Biselli e Dacia D’Acunto

Ufficio Stampa:
Ippolita Aprile

Light designer:
Patrick Vitali

Organizzazione:
Biancamaria Cola

Lo spettacolo Io non ho pace si ispira alla graphic novel di Alessia Di Giovanni e Monica Barengo “Io sono Carmela” edita da Becco Giallo, che a sua volta interpreta, in immagini e parole, la drammatica vicenda di cronaca che ha visto, suo malgrado, protagonista, la tredicenne Carmela Cirella Frassanito. Quella di Carmela è una storia di violenza inaudita con esiti irreversibili, accaduta nella periferia tarantina.

Il 15 aprile 2007, dopo la permanenza in un centro di recupero, Carmela si getta dal settimo piano del suo palazzo: aveva 13 anni, era stata stuprata da più uomini e abbandonata dalle istituzioni.

Un abuso, quello subito da Carmela, che, purtroppo, si è ripetuto tantissime volte, in altri luoghi e in altre forme, spesso con morboso interesse dei media. Ed è proprio il voyerismo e l’indugio sul particolare che questo spettacolo vuole evitare, in un intreccio di linguaggi che raccontano soprattutto il male, il dolore e la sua elaborazione, grazie al filtro espressivo della poesia.

Alle immagini della novel – e nel rispetto della forza e delicatezza espressiva delle autrici – verranno affidati i passaggi più crudi della vicenda e le brutali violenze perpetrate da cinque uomini su Carmela. La drammaturgia, immaginata alcuni anni dopo la morte di Carmela, si sviluppa attraverso l’interpretazione fisica di due attori: il padre, come figura simbolo di tutti i padri che hanno perduto una figlia fatta oggetto di violenza, e una giovane donna, al tempo dello svolgimento dei fatti compagna di classe di Carmela.

L’interazione dei protagonisti, con le immagini in motion graphics e con le suggestioni del sound design, trasporterà gli spettatori in una vicenda fatta di dolore, violenza, pregiudizio, omertà, sensi di colpa. Un dialogo rotto e ricucito dalla voce “dal vivo” della stessa Carmela. Con attenzione a quel territorio di confine che è l’adolescenza, e alla sua complessità e vitalità fluttuante. E con esiti laceranti, ma senza la pretesa
di dare risposte, anzi, suscitando domande, nello sconfinato dolore. Tutto ciò seguendo anche una drammaturgia e un’interazione poetica tra arti che, proprio grazie all’uso della metafora, si gioca in quel territorio di confine tra reale e iper-reale. Un incontro di linguaggi essenziale per evitare la banalizzazione, gli stereotipi e la speculazione emotiva, e per aprire le porte all’emozione e alla riflessione, alla liberazione dal male, all’elaborazione del lutto, alla coscienza. Con l’intento finale di estrapolare il male, di liberarlo, in un potente e leggerissimo canto.

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